mercoledì 6 agosto 2008

QUALE PADRE?

Sig. Bonaccorso,

oltre un anno fa (luglio 2007) all’assemblea dei Soci di Recta Capital srl, oltre alle “trovate” farsesche per tentare di far approvare un fantasioso bilancio (quello 2006) predisposto da Suo figlio (Amm. Unico), Lei ebbe anche il coraggio di “amabilmente” apostrofarmi, augurandomi – ovviamente approfittando dell’assenza di qualsivoglia testimone – la fine di “un cetriolino schiacciato in un bel barilotto” (sic!).

Inoltre, con una foga tutta paterna (da suscitare anche molta tenerezza!) Lei si produceva in giuramenti e spergiuri a sostegno della solidità imprenditoriale di Suo figlio Mario Daniele e delle sue notevoli e invidiabili competenze professionali.

Orbene, a distanza di un solo anno il sottoscritto non è diventato il “cetriolino” da Lei minacciato.. mentre Suo figlio Mario Daniele ha collezionato alcuni non indifferenti primati.

Credo sia l’unico laureato “bocconiano” al mondo (ahimè! per la Bocconi) che alla sua giovanissima età ha:

  • collezionato in pochi mesi ben tre fallimenti (Royal&Loyal, Recta Capital srl, E.Lab srl),
  • distrutto una società che fatturava oltre 12 milioni di euro,
  • causato la perdita di un milione di euro di finanziamento già deliberato dalla Provincia Autonoma di Trento,
  • partecipato a una irrazionale operazione per sottrarre un immobile di proprietà della Elmec di Belpasso (Catania),
  • inventato in poche settimane una inutile galassia di inutili società,
  • aumentato il numero dei disoccupati in Italia…
  • E ORA ADDIRITTURA "RINVIATO A GIUDIZIO" PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA E DOCUMENTALE!!!
Spero che il tempo trascorso Le abbia aperto gli occhi sui molti suddetti avvenimenti e sui tragici risultati delle iniziative di Suo figlio, che non ha certo rivelato le qualità da Lei tanto vantate.

Probabilmente Mario Daniele sarà riuscito a impossessarsi con molta furia e determinazione - insieme al suo sodale Giovanni Pio Rosario Maglia - di qualche centinaia di migliaia di euro, ma lo ha fatto a scapito di principi etici e professionali, manipolando verità, fatti e persone: da collaboratori devoti, a seri professionisti.

Non La considero certo colpevole di quanto si può addebitare a Suo figlio.. ma certamente anche Lei dovrà comunque porsi una domanda relativamente su chi è – alla fin fine – il vero “cetriolino” nel teatrino delle tante assurdità di cui sopra.

Le auguro di trovare le giuste parole per insegnare a Suo figlio strade ben diverse per arricchirsi: ne ha, infatti, ancora molto bisogno!

Aurelio Giorgini